Art Déco: un movimento culturale che ha pervaso tutti i settori dell’Arte, del Design, dell’Architettura.

La Denominazione

L’Art Déco (o Artjm Decò) trova il suo nome solo a partire dal 1960 anche se le sue radici si possono far risalire al 1925, quando a Parigi si svolse l’Exposition Internationale des Arts Decoratifs et Industriels Modernes, ossia un’esposizione che riguardava soprattutto le arti considerate minori rispetto la pittura.

La Storia

Parigi, che era rimasta il centro internazionale del buon gusto anche negli anni dopo la Grande Guerra, utilizza la vetrina mondiale qual è l’Esposizione, per far conoscere al mondo le nuove applicazioni della fantasia artistica agli oggetti della vita moderna. L’Art Déco viene considerato un movimento di transizione verso il design industriale, con uno stile e un modello di gusto estetico che si diffonde in Europa e negli Stati Uniti tra i “ruggenti anni Venti” e gli anni Trenta del Novecento. Parigi rimase comunque, durante gli anni del movimento, la città principale di riferimento anche se l’Art Decò coinvolse tutti i continenti andando a pervadere soprattutto le arti visive come l’architettura, la moda, la grafica ed il design. L’Art Decò non nasce, a differenza di altri movimenti di quell’epoca, con un manifesto od un’ideologia ben definita, ma tale fenomeno indicava piuttosto un certo gusto estetico e stilistico che ben si inserivano nel contesto storico che si ebbe a cavallo delle due guerre mondiali. Ebbe fulcri temporali che variarono a seconda del paese interessato, in quanto non coinvolse soltanto l’Europa ma anche gli Stati Uniti ed il Canada, paesi che videro manifestarsi tale corrente soprattutto durante gli anni 30, anni durante la quale l’Art Decò vedeva già il suo tramonto nei paesi europei. L’Art Déco si spinse fino all’India dove ebbe seguito fino gli anni ’60. Solo al suo sfumare questo movimento prese il nome di Art Decò. Il termine viene infatti usato solo verso gli anni ’60, quando quel gusto fu rivalutato e rimesso nei circuiti dell’antiquariato.

Lo Stile

Più che di stile, si può parlare di “gusto Déco” e si intende la naturale evoluzione delle conquiste dell’Art Nouveau in funzione di una produzione industriale di qualità e, nello stesso tempo, rispondente alle esigenze di varietà, praticità e basso costo richieste da un contesto sociale sempre più diversificato. L'”Art Nouveau” francese, nata nel 1890, in Italia si era chiamata “Liberty, o stile floreale”, in Germania “Jugenstil“, in Austria “Secession“, in Gran Bretagna “Modern style” e “Modernismo” in Spagna. L’Art Déco ne è una sorta di naturale evoluzione applicata anche agli oggetti di utilizzo comune, basti pensare a tutte le produzioni di arredi e complementi d’arredo o agli oggetti di uso comune. Il nuovo stile, abbandona le sinuosità e le formule lineari naturalistiche, prediligendo le forme geometriche e vagheggiando le forme essenziali ed eleganti. art-deco-console-table-with-macassar-veneer-1920s Il nuovo stile, abbandona le sinuosità e le formule lineari naturalistiche, prediligendo le forme geometriche e vagheggiando le forme essenziali ed eleganti. L’Art Déco è caratterizzata dall’uso di materiali quali: lacca, legno intarsiato, pelle di squalo o di zebra, acciaio inossidabile, alluminio, vetro colorato, quando si rivolge all’arredamento. Ma l’arredamento non è la sola espressione della moderna arte che si occupa anche di ferro battuto, le lacche, gli orologi ed i gioielli. L’Art Déco è uno stile sintetico ed al tempo stesso volumetricamente aerodinamico, duro e opulento, probabilmente in reazione all’austerità imposta dagli anni della guerra mondiale e della conseguente crisi economica (in Italia il periodo autarchico). L’Art Déco è uno stile sintetico ed al tempo stesso volumetricamente aerodinamico, duro e opulento, probabilmente in reazione all’austerità imposta dagli anni della guerra mondiale e della conseguente crisi economica (in Italia il periodo autarchico). L’Art Déco è caratterizzata essenzialmente da forme classiche e simmetriche, geometrie nette e plasticità nelle figure. Da questo punto di vista, il Déco visivamente si contrappone allo stile Liberty, caratterizzato invece da forme flessuose che riprendono la natura e la sua dolcezza. La contrapposizione è netta anche nella filosofia che sottende le due filosofie: tanto è romantico, dolce e sognante lo stile Liberty quanto è energico, compatto e mondano lo stile Déco, diretto erede, in fondo, del Futurismo. Del resto, la parola d’ordine dello stile Déco è “modernità”. Automobili, aerei, grattacieli, transatlantici, dirigibili e luci elettriche  sono i nuovi miti di una società che guarda con disprezzo a tutto ciò che è considerato “vecchio”.

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Non a caso, le trame dell’Art Déco, improvvise, spezzate ma al contempo ordinate e armoniche riprendono il ritmo della musica Jazz, che insieme al charleston si andava affermando in quegli anni nei night club di Parigi, Chicago e New York.

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Gli interpreti dell’Art Déco

Parigi rimane il cuore dello sviluppo del design Art Déco con il mobilio di Jacques Emile Ruhlmann, che rinnova i fasti dell’ebanisteria parigina fra Rococò e Stile Impero, con i pannelli e i mobili modernistici di Eileen Gray, con il ferro battuto di Edgar Brandt e gli oggetti in metallo e le lacche di Jean Dunand, con i lavori in vetro di René Lalique e Maurice Marinot, con gli orologi e la gioielleria di Cartier.

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In Austria sono da indicare le prime opere della Wiener Werkstätte, fondata nel 1903, e soprattutto quelle di astratto geometrismo del principale esponente, Josef Hoffmann.

Nella pittura si afferma la pittrice polacca Tamara de Lempicka, che con le sue donne bellissime, fredde e mondane riesce ad incarnare l’anima dello stile Déco e che continuò ad influenzare altri artisti fino i giorni nostri.

L’Art Déco si esprime in gran parte attraverso l’architettura: sale cinematografiche, stazioni ferroviarie, palazzi pubblici, transatlantici, residenze borghesi costruite negli anni Venti recano spesso inconfondibili tracce di questo stile. 

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Tra gli esempi più famosi ci sono l’Empire State Building, il Chrysler Building e gli interni del Radio City Music Hall, tutti nella città di New York. A Miami Beach, in Florida, l’Art Déco Historic Districts, il luogo con la più alta concentrazione al mondo di architettura Art Déco, con edifici costruiti tra il 1934 e il 1943.

Nel settore della grafica spicca il nome di Cassandre, cartellonista pubblicitario e grafico, George Barbier, illustratore e disegnatore di moda ed autore delle famose “figurine” di moda molto in voga all’epoca.

Eileen Gray oltre che nota designer fu anche un famoso architetto autore di opere come la “casa E-1027“.

La fine dell’Art Déco

Lo stile Déco comincia a passare di moda quando diventa “di massa”. Quando cioè, grazie alla produzione industriale, gli oggetti di design e di arredamento di gusto Déco possono entrare in tutte le case, facendogli perdere quell’aurea di esclusività che ne aveva contraddistinto l’ascesa. Il superamento dell’Art Déco diventa il punto di partenza del Modernismo e continua ad essere usato fino agli anni ’60.

Vi è un nuovo interesse per l’Art Déco negli anni ’80, grazie al design grafico di quel periodo, dove la sua associazione ai film noir ed alla moda degli anni ’30 porta al suo uso nella pubblicità per la moda e la gioielleria.

APPROFONDIMENTI

La Mostra Art Déco – Forlì (Video)

Introduction to Art Déco (Video – lingua inglese)

Art Déco – Victoria and Albert Museum – London

Art Déco Museum of Miami (USA)

Empire State Building – NYC (USA)

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